Quel rapporto privilegiato dei preti di Roma con il potere …
La Chiesa di Roma ha sempre avuto un particolare rapporto di vicinanza con il potere, non solo perché c’è la Santa Sede, ma anche perché Roma città è la sede politica della nazione. Un potere che genera consuetudini relazionali, alimenta burocrazie infinite, crea invidie e gelosie negli uffici curiali. In questo senso, il famoso detto di Andreotti, “il potere logora chi non ce l’ha”, qui ha impiantato felicemente radici. In questa commistione tra potere politico e spirituale/religioso si inserisce la vicenda della “giovane” diocesi di Roma. Una diocesi molto estesa territorialmente, con circa 330 parrocchie, divisa in cinque settori, Nord, Sud, Centro, Ovest ed Est con relativi vescovi ausiliari. I preti della diocesi sono divisi i tre grandi gruppi: preti secolari (oggi i preti “romani di Roma” sono davvero pochissimi), preti di stretta osservanza o provenienza neocatecumenale e preti appartenenti a ordini religiosi. Questo, già in partenza, rende la diocesi ingovernabile. Per tradizi