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Visualizzazione dei post da luglio, 2018

Nella bisaccia del pellegrino, la parola che cerchi

In questa estate duemiladiciotto che ci butta addosso tutta la crisi della postmodernità e la fragilità dei rapporti personali, comunitari, politici, la bisaccia del pellegrino ha bisogno urgente di far posto, oltre alle cose utili per il lento camminare, a parole che siano valore. Le parole che cerchi, caro amico della porta accanto, o che cerchiamo, caro “non so chi tu sia” lontano camminatore di mare e di terra, si colorano di sillabe di buona speranza.  Le parole, oggi ( il plurale ci attrae sempre, non è solo una questione semantica, è anche un fatto geopolitico… ), quelle che ci piacciono e che vorremmo qualcuno ci sussurrasse, diventano  la parola  che cerchi. Un singolare che è anche plurale. Una parola d’altri tempi. Parola sacra, certo, ma anche parola laica, che odora di cammini e allontanamenti. Un  ti voglio bene , per esempio. Un ciao, come stai. Un ti amo, perché no. Ho cura di te. La parola che cerchiamo è una parola gentile, sobria, di poche lettere, gar