Se il sacro scappa in America Latina
Articolo pubblicato su Vino Nuovo La lunga e paziente opera di destrutturazione del potere temporale della Chiesa voluta da Francesco ha un piede, ormai senza più nascondersi, in America Latina. L’immagine del sacro, così racchiusa dentro la storia d’Europa, tende a incarnarsi verso le bidonvilles del terzo e quarto mondo, verso quella “Chiesa in uscita da se stessa” che apre porte e costruisce ponti lontana da piazza San Pietro. La nuova geopolitica della Chiesa abbraccia povertà ed emarginazione, prima ancora di addobbi sacrali e cerimonie di altri tempi. Una rivoluzione, non c’è che dire. Culturale, prima ancora che teologica. Una transizione evidente dal modello petrino europeo, sedimentatosi nei secoli, verso un modello episcopale dove il pastore è incarnato nel suo territorio. Dove la fede è la terra. A volte, più del cielo. Meno cardinali, più vescovi. Meno Petrus, più Vangelo. Ecco perché qualcuno l’ha presa male, e l’opposizione – curiale, ma anche di lobbies e circoli va