Post

Visualizzazione dei post da gennaio, 2017

Il segreto di Bose e l'assaggio di Dio

Frequento la Comunità monastica di Bose da sempre, per vicinanza di volti e luoghi. Per un po’ di tempo ho pensato che questa mia consuetudine amicale fosse in relazione al fatto che lì, in quella conca messa a riparo sopra la serra di Ivrea da dove si vede uno splendido Monte Rosa, abbia respirato il vento del Concilio e il sogno di una Chiesa accogliente, paziente, sorridente, misericordiosa. Certamente è stato così. Ma solo in parte. In realtà Bose mi “è piaciuta” fin da ragazzo perché nasconde un segreto: il gusto della bellezza. Una bellezza sempre sussurrata, eppure evidente, silenziosamente donata, eppure apprezzata. Che affonda le sue radici nell’”umanità” del Vangelo e avvicina cielo e terra in un unico abbraccio. Mi coglie sempre di sorpresa la bellezza che si respira e si assaggia a Bose. Il luogo, la natura intorno, persino come sono messe le aiuole. Si percepisce che c’è amore per il creato. Il silenzio viene gustato nell’intimità. Ci si innamora del sole ch

Dopo Francesco. Chissà, magari un papa monaco

Articolo pubblicato nel numero 400 de Il Giornale di Rodofà Ultimamente mi capita molto di pensare a Jorge Mario Bergoglio.  Una questione di tempi terreni, escatologici, biblici.  Il futuro-passato di quando Francesco non sarà più vescovo di Roma, e il futuro-presente di quando il Conclave sceglierà il suo successore. Non riesco a togliermi dalla testa quella domanda, un po’ impertinente adesso (ma non è colpa del cronista di cose vaticane se è proprio dalle parole di Francesco che prende piede la domanda...), ma assai attuale nei cenacoli “d’Oltretevere” e nelle sagrestie che contano.  Già, che succederà quando Francesco non ci sarà più? Guardando un po’ indietro, a quegli splendidi giorni del marzo duemilatredici, mi viene incontro la saudade.  Sono passati quasi quattro anni dall’elezione al soglio pontificio di vescovo Francesco, ma la velocità, la concretezza storica e il modo in cui Francesco si è presentato al mondo, più che alla Chiesa, sono stati una ventat

Christian Albini, il teologo della porta accanto

Articolo pubblicato su Famiglia Cristiana il 9 gennaio  Il 4 gennaio, in uno degli ultimi post per il suo blog web Sperare per tutti , Christian Albini aveva scritto, pregando il Salmo “Nella pace mi corico e presto mi addormento solitario nella speranza mi fai riposare, Signore”: « la pace spesso non c'è. Vivere è anche lottare per conservare la speranza. Soli con la speranza, quando tutto ciò che hai. La battaglia della fede è anche perseverare a sperare, anche quando la speranza è un filo esile o manca del tutto». Così, in silenzio e con la mitezza che ha contraddistinto tutta la sua vita, il 9 gennaio si è spento il teologo Christian Albini, a causa di una recrudescenza improvvisa di una male curato anni fa. Nato a Crema nel 1973, moglie e tre figli, era insegnante e teologo raffinato e molto amato. Coordinatore del Centro di Spiritualità della diocesi di Crema e collaboratore della rivista Jesus con la rubrica “Un popolo chiamato Chiesa”, aveva perfettamente incar