Roma-Bologna, andata e ritorno. Chi è Matteo Zuppi
A metà tra papa Giovanni XXIII e Paolo VI, tra quel sorriso sornione tipicamente romano di chi la sa lunga e i poveri che ha sempre amato e abbracciato lungo il rione di Trastevere, Matteo Zuppi entra all’improvviso nell’arcidiocesi di Bologna in un tempo di grandi cambiamenti per la Chiesa italiana e bolognese. Papa Francesco lo voleva a Roma, come suo vicario, ma all’ultimo ha preferito la sede, altrettanto prestigiosa, di Bologna. Ci voleva uno come il vescovo Zuppi, fino a oggi ausiliare per il settore centro della diocesi di Roma. Esperienza, tatto, attitudine alla mediazione, modi alla Francesco, e tanto amore e amicizia per chi sta peggio. E poi c’è Bologna. Una situazione ecclesiale ed economica difficile. I preti diocesani hanno scritto a Francesco. Ma il punto dolente è la faccenda che fa da contorno alla nomina: e cioè la Faac, la multinazionale dei cancelli elettrici di proprietà della curia di Bologna, che ha chiuso la sede di Bergamo per dislocare in Bulga