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Visualizzazione dei post da ottobre, 2023

Diario del Sinodo /5. Il "dopo" Francesco è già iniziato

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Inutile girarci intorno. Quando Bergoglio salì al trono pontificio quel 13 marzo del 2013, erano fin troppo chiari ai cardinali riuniti in Conclave i problemi che la Chiesa stava attraversando. Lo scandalo della pedofilia,   Vatileaks   con tutto il suo bagaglio di intrighi curiali, il distacco già avviato dei fedeli praticanti dalla liturgia, una perdita di rappresentatività nel contesto internazionale. Bergoglio fu scelto per arginare, almeno in parte, questi problemi e avviare un progetto di riforma complessiva della curia e dell’istituzione-Chiesa.   Il papa argentino si presentò ai fedeli portando all’interno della Chiesa una ventata d’aria fresca. Una certa empatia con il popolo di Dio, una vicinanza concreta ai poveri e agli ultimi, ai “lontani”. Colpirono subito il lessico bergogliano, così autenticamente popolare e lontano dal rigido dogmatismo europeo. Uno spirito francescano, insomma, mediato però dalla sapienza gesuitica, applicato al potere temporale di un’istituzione mill

Exodus... il diario di un tempo che fu

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In un momento in cui è un po’ difficile estrapolare qualche notizia interessante dal lavori del Sinodo (attendiamo a ore la   Lettera al Popolo di Dio ), mi giungono in regalo da un caro amico alcuni opuscoli del gruppo dell’Azione cattolica di Palombaro (di cui la mia famiglia è originaria), datati 1974. Giornalini che erano, di fatto, il foglio di comunicazione parrocchiale.   Palombaro è un bellissimo borgo di montagna in provincia di Chieti, posto a 530 metri sul livello del mare. Alle sue spalle ha la Maiella, la montagna madre, e davanti a sé lo spettacolo delle valli circostanti e, in lontananza, del mare Adriatico. Come tutti i borghi di montagna appenninici ha sofferto molto negli ultimi anni dello spopolamento, in particolare dei giovani. Chi per studiare, chi per lavoro, hanno scelto di vivere la città e ormai (purtroppo) in questi posti baciati dalla natura e anche dalla cultura, non ci investe più nessuno.   Ma che c’entra col Sinodo sulla sinodalità che si sta svolgendo i

Diario del Sinodo /3. Santo laico Consiglio pastorale

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Non deve apparire strano il fatto che questa notizia vada inserita nel   diario del Sinodo : c’è un nesso. La diocesi di Roma, infatti – dove, ricordiamo, il vescovo è il Papa – ha presentato lo scorso 6 ottobre, a Sinodo appena iniziato, il Piano pastorale della diocesi e soprattutto lo   Statuto del Consiglio pastorale parrocchiale . Dico “soprattutto” perché la diocesi di Roma – vista la sua giovane e peculiare storia pastorale che si intreccia con il fatto che a Roma c’è il Vaticano – non ha mai avuto un’uniformità nell’attuazione dei Consigli pastorali. Alcune parrocchie ce li hanno, altre no (e siamo nel 2023…), altre fanno finta di avercelo e altre ancora ce lo hanno ma fanno in modo di non farlo funzionare.   Andiamo dunque a scandagliare il nuovo Statuto, che, in cammino con il Sinodo dei Vescovi, si presta a delle sostanziali novità pastorali.   Il Consiglio pastorale parrocchiale (Cpp) è innanzitutto «l’organismo ordinario della comunione ecclesiale, del discernimento comun

Diario del Sinodo /2. Beata Sinodalità

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Diciamolo subito: la parola  sinodalità , che viene dibattuta nell’attuale Sinodo dei Vescovi che sta svolgendosi in Vaticano, è una parola o un oggetto misterioso a gran parte dei fedeli, figuriamoci a chi è in ricerca. Sebbene il termine abbia origini nobili e faccia sognare voli pindarici teologici e pastorali – deriva dal greco  sinodo , composto dalla particella   syn,   insieme  e   odos ,   via, cammino , e per papa Francesco  significa   camminare insieme , nella stessa direzione –,  sinodalità  racchiude tanto di quel linguaggio “ ecclesialese ” che non mi piace e che pesa come una zavorra sui piedi di una Chiesa che dovrebbe invece essere più leggera nel parlare di Dio e più vicina alla vita degli uomini e delle donne.   Già, sinodalità. Oppure, ancora meglio: condivisione della pastorale tra laici e gerarchia , collaborazione creativa e non ossequiante. Già, beata sinodalità. Invece quella che abbiamo sperimentato nel corso degli ultimi cinquanta anni, dopo che il Concilio V

Diario del Sinodo /1. Una Chiesa che abbraccia, contro la tentazione di essere rigida, tiepida e stanca

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«Cari fratelli Cardinali, confratelli Vescovi, sorelle e fratelli, siamo all’apertura dell’Assemblea Sinodale. E non ci serve uno sguardo immanente, fatto di strategie umane, calcoli politici o battaglie ideologiche. Non siamo qui per portare avanti una riunione parlamentare o un piano di riforme. No. Siamo qui per camminare insieme con lo sguardo di Gesù, che  benedice  il Padre e  accoglie  quanti sono affaticati e oppressi. Partiamo dunque dallo sguardo di Gesù, che è uno  sguardo benedicente  e  accogliente» .    L’inizio del Sinodo è tutto qui . In queste semplici parole che papa Francesco ha pronunciato questa mattina all’ omelia  per la messa in occasione dell’apertura dell’Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi sul tema  P er una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione .    Una Chiesa che sia ovunque nel mondo  benedizione e accoglienza . Una Chiesa ospitale che abbraccia l’umanità ferita e abbandonata, quella che scappa da guerre e fame, che sbarca