Benedetto e maledetto Ior

Benedetto e maledetto Ior. Basterebbero questi due aggettivi per addentrarsi, senza perdersi, nel bel lavoro di Francesco Peloso, giornalista specializzato sul Vaticano e la Chiesa. La banca del Papa. Le finanze vaticane tra scandali e riforma (Marsilio) è un tentativo di riannodare i fili di una lunga storia, almeno qui dettagliatissima dal 2009 a oggi, dove la “finanza” e gli intrecci tra “il vil denaro” e le opere di misericordia di un’istituzione come la Chiesa e di uno stato come il Vaticano, raggiungono un racconto omogeneo. Come se la pastorale e la teologia non facessero a meno della finanza, e viceversa. Su tutti, le vicende palesi e nascoste dello Ior, la banca del papa, appunto, o più semplicemente la banca di uno stato e una burocrazia che pur devono mantenersi per espletare al meglio la propria missione nel mondo.

Chi cerca nel libro scoop o news spicciole, sbaglia strada. Non è questa l’idea che c’è dietro. Chi invece vuole capire cosa sia successo realmente negli ultimi anni all’interno di uno dei più importanti istituti finanziari del mondo e come ciò abbia avuto, necessariamente, risvolti politici, economici e persino pastorali-ecclesiali, è il benvenuto.

Il racconto è serrato. La cronaca è spiegata nei minimi particolari, con un’impronta nemmeno tanto italiana, visto le frequenti incursioni giornalistiche davvero “oltretevere”, andando a pescare nel mondo anglosassone e americano, con lucide pagine anche sull’America Latina. Dalle dimissioni di Benedetto XVI alla riforma di Francesco, da Vatileaks alle proposte di riforma della Curia e dello Ior, piccole beghe di cortile (o di curia) vanno a disegnare un puzzle molto più ampio e importante.

Ci sono anche alcune pagine dedicate all’ex segretario di Stato Vaticano, il card. Tarcisio Bertone (quasi un’autobiografia non autorizzata), e al card. australiano George Pell, dal 24 febbraio 2014 primo prefetto della Segreteria per l’economia. Ma, come una cronistoria che si conviene, tutto viene vissuto quasi in diretta, e la lotta di potere scatenatisi all’interno delle mura leonine tra la fine del pontificato di Ratzinger e l’elezione al soglio pontificio di Francesco non è altro che il racconto di una “piccola” storia all’interno di una “grande” storia dove potere, fede, religione e vangelo rincorrono strade apparentemente separate.

Ma le domande restano lì: chi è contrario al processo di rinnovamento voluto da Francesco? In che misura la riforma finanziaria del Vaticano è stata imposta dall’esterno alla Santa Sede? E ancora: sta finendo il potere italiano in curia? E soprattutto: ce la farà Francesco a riformare curia e Ior?

C’è da dire che nel libro i dati sono confrontati e le fonti verificate, le analisi corrette.

Semmai, tra le righe, si capisce come l’autore speri nel “miracolo bergogliano” di coniugare una Chiesa “povera per i poveri” con la trasparenza in materia finanziaria. Ogni pagina del libro è scritta avendo davanti a sé lo sforzo titanico di Francesco di riformare curia e Ior, e come questi sforzi vengano, ancora oggi, osteggiati da settori ecclesiali ma anche economici che non sopportano la rivoluzione del papa argentino.

L’intenzione dell’autore, però, e ciò appare soprattutto nelle ultime pagine, è di regalare al lettore una storia del Vaticano degli ultimi anni dove l’annuncio del Vangelo passa per i gangli stretti e tortuosi dell’Istituto per le opere di religione e fa i conti, ogni giorno, con l’organizzazione del “governo” del Vaticano.

Non è un limite. Semmai un pregio. L’”odore delle pecore” viene sdoganato dalla teologia e dai convegni ecclesiali per sporcarsi di Chiesa e mondo. 

Un limite (o un pregio) che ogni tanto facciamo fatica a ricordare.





Francesco Peloso, La banca del Papa. Le finanze vaticane fra scandali e riforma, Marsilio editore, pag. 220. Euro 16,00

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