E Charles de Foucauld sbarca a Roma

Matteo Zuppi, Corrado Lorefice, Angelo De Donatis, Claudio Cipolla, Renato Marangoni, Giacomo Perego. Bologna, Palermo, Roma, Padova, Belluno, Ferrara. Sono solo alcuni nomi dei vescovi e arcivescovi scelti da papa Francesco per guidare la Chiesa italiana. La lista è più lunga, certo. Quello che balza agli occhi è "l'odore delle pecore" che essi incarnano. Pastori dallo stile inconfondibile, profeti dell'"ordinario", solida formazione teologica ma tanta attenzione pastorale ai territori e alle storie degli uomini. Con Francesco il cambiamento di rotta nel governo della Chiesa, più che attraverso carte bollate ed encicliche, arriva dall'esperienza umana dei pastori, uomini al servizio del proprio popolo.

Ecco perché non può passare inosservata una scelta "pastorale" che ha interessato in questi giorni la diocesi di Roma e che si presta a più di una riflessione. Infatti, il vescovo di Roma, cioè il papa, sentendo ovviamente il parere del neo vicario della diocesi, ha deciso di cambiare il rettore del Pontificio Seminario Maggiore Romano. Fratel Gabriele Faraghini, il nuovo rettore, Piccolo fratello di Jesus Caritas, è un presbitero romano di 52 anni, già parroco a Spello e Foligno, ma formatosi proprio nel Seminario Maggiore di Roma e consacrato prete da Ruini quando il cardinale era vicario di Roma.

La sua nomina porta con sé due elementi di novità. La prima, evidente, è che il neo vicario, mons. Angelo De Donatis, ha iniziato il suo mandato pensando ai futuri preti. Il cambiamento comincia da lì. Da quelle porte e finestre dei seminari che fanno entrare aria nuova, aria dello Spirito, oppure da ammuffiti uffici burocratici e un po' curiali che spesso sono tentati dalla chiusura e da una Parola di Dio che non varca portoni e sagrestie. Ricominciare da lì, dal punto nevralgico della formazione presbiteriale non è solo un cambio nominale, ma è proprio il segno di un nuovo atteggiamento interiore di chi pensa che il pastore debba essere sempre credibile e spendibile agli occhi del popolo di Dio.

La seconda novità è "il contenuto". Fratel, don Gabriele, è un Piccolo fratello della comunità di Jesus Caritas, vale a dire Charles de Foucauld. Come tanti sanno, Charles de Foucauld non ha mai fondato una congregazione, ma attorno alla sua spiritualità e al suo messaggio evangelico sono nate pian piano nel mondo, e in particolare in Italia, alcune comunità e istituti di vita consacrata che a lui si rifanno. L'associazione delle fraternità di Charles de Foucauld, almeno in Italia, è formata da congregazioni religiose (basti pensare alle Piccole sorelle di Gesù delle Tre Fontane a Roma, o ai Piccoli fratelli del vangelo di Spello e, appunto, di Jesus Caritas ...) e da associazioni di vita spirituale e di amicizia fraterna, come ad esempio la Fraternità sacerdotale Jesus Caritas.

Fratel Gabriele si è innamorato fin da giovane di Charles de Foucald. La spiritualità del "beato del Sahara" esige silenzio, preghiera e fraternità con il popolo di Dio. Quel deserto nella città, come simbolicamente letto da un gigante della spiritualità del nostro tempo, Carlo Carretto, anche lui Piccolo fratello del vangelo, che proprio a Spello e dopo il Concilio Vaticano II visse la sua vita ascoltando la Parola e applicandola nel contesto delle storie e degli uomini che li, nel convento di San Girolamo, accorrevano in tanti. 
L'ascolto della Parola, il rispetto del Creato e dell'ambiente, l'allegria con il popolo di Dio, il servizio alla sua Chiesa locale. Fratel Gabriele Faraghini vive da sempre ciò nella sua vita, e molto probabilmente a questo pensava papa Francesco quando lo ha scelto. Il papa si è informato sul candidato, ha chiesto le Costituzioni di Jesus Caritas, ha voluto saperne di più, e non è un caso se ultimamente il vescovo Foligno, Gualtiero Sigismondi, gli ha regalato i libri di Carlo Carretto. D'altronde basta salire alla splendida abbazia di Sassovivo a Foligno per vedere dal vivo cosa è la piccola comunità di Jesus Caritas, fondata da fratel Gian Carlo Sibilia sotto consiglio di Carlo Carretto (fratel Gian Carlo è anche l'esecutore testamentario di Carretto) e che proprio alcuni giorni fa ha lasciato l'incarico a un nuovo priore generale.
A Sassovivo è facile perdersi nel godimento della Parola. La liturgia delle ore è rispettata e lodata. Il silenzio che si respira è reale. L'ospitalità è generosa e gratuita. L'allegria è di casa. Una particolarità che rende il servizio dei Piccoli fratelli di Jesus Caritas apprezzato è l'essere completamente a disposizione della Chiesa locale. A Foligno la gente li conoscono bene, sa amarli, così come negli altri due luoghi dove essi svolgono il loro servizio, nell'abbazia al Goleto di Sant'Angelo dei Lombardi e a Nazareth.

Ecco dove sta la novità. A Roma i giovani che un giorno diventeranno ministri della Parola e dell'Eucaristia avranno di fronte, nel loro percorso di formazione, oltre i bei tomi di teologia dogmatica, anche l'"irregolare" Charles de Foucauld. Non è poco. È il segno che davvero la Chiesa si fa domestica, piccola, per essere accanto a tutti gli uomini, di ogni razza, ceto sociale. 
Una Chiesa amica dell'uomo. Perfino sorridente. Di questi tempi è un azzardo profetico che solo lo Spirito può farci comprendere nella sua "ordinaria" semplicità.

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